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Maria Poma Basile 

POMA BASILE MARIA ( Catania, 1922 – Palermo, 2003 )
Il padre, l’ingegnere Giuseppe Poma di San Severino, appartenente ad una aristocratica
famiglia trapanese, per motivi di lavoro ebbe necessità di spostarsi in varie località e fu così
che Maria nacque a Catania. Per lo stesso motivo completerà i propri studi a Torino,
conseguendo – nel 1946 - la laurea nella Facoltà di Storia e Filosofia, trattando una tesi su un
argomento di Estetica.
La nostalgia per la terra natia e l’attaccamento alle proprie radici la inducono a tornare in
Sicilia, questa volta a Palermo. Dove incontrerà il giornalista, redattore del giornale “L’Ora”,
Pino Basile che la conosceva attraverso gli scritti che Maria aveva inviato in redazione e che da
lui erano stati apprezzati; a tale apprezzamento si aggiunsero quello di natura estetica,
essendo Maria una donna di bell’aspetto, e quello per le sue indiscutibili qualità intellettuali. Si
sposeranno nel 1948 ed avranno due figli : un maschio ed una femmina. Trasferitosi Basile a
Roma, per un periodo compreso fra il 1949 ed il 1950, Maria Poma vi insegnerà Storia
dell’Arte, approfondendo le sue conoscenze nel settore. Rientrati a Palermo Maria vince uno dei
rari premi letterari banditi in quegli anni difficili con un suo articolo : Erice o dell’incanto. Ciò la
induce ad aumentare il ritmo dei suoi scritti, curandone sempre la qualità. Viene chiamata a
collaborare al “Gazzettino di Sicilia” di Radio Palermo ed alla splendida rivista “Sicilia”, edita da
Fausto Flaccovio per conto dell’Assessorato al Turismo e Spettacolo della Regione Siciliana.
Frequenta anche i corsi di psicologia sperimentale condotti dal Prof. Gastone Canziani, cura le
attività artistiche che hanno luogo nel Circolo di Cultura esistente presso la sezione siciliana del
Partito Socialista, viene chiamata, nel 1961, a far parte della Giuria della Biennale d’Arte di
Venezia.
Tormentata dalla consapevolezza che il suo figlio maggiore sia afflitto da una patologia
psichica, fonda, e ne sarà eletta Presidente, l’Associazione Nazionale Famiglie Fanciulli
Subnormali, che dirigerà appassionatamente sospinta dalla dolorosa esperienza personale.
Nonostante tutto, non desiste dal portare a compimento un suo sogno, quello di fondare e
gestire una Galleria d’Arte. Le conferirà il nome di “Art Club Sicilia” e, dopo una breve
permanenza in via Caltanissetta, le darà una più valida sede in via Messina. Suo proposito
fondamentale, oltre che ospitare opere di artisti già affermati, quello di aprire le porte ai
giovani artisti siciliani.
E seppe dare anche un taglio mondano a questa sua visione espositiva, dando l’incarico ad un
nutrito gruppo di pittori e scultori di ritrarre personaggi molto noti della Palermo che in quel
momento contava, perché venissero esposti in una “collettiva”. Che, naturalmente, suscitò
grande interesse e partecipazione di pubblico nella sera della “vernice”, che ebbe luogo il 12
febbraio 1963.
Fu in quel periodo, però, che cominciarono a manifestarsi in lei squilibri di umore, che – nel
tempo – andarono divenendo più frequenti e più accentuati. Tanto da richiedere ripetuti
ricoveri e pervenire addirittura alla decisione, da parte del Professore Canziani che era stato il
suo Maestro di psicologia, di ricorrere alla traumatica terapia dell’elettrschok.
La tragica fine del figlio Cristiano nel 1980 e la somparsa di Pino Basile nel 1988, non poterono
che incidere più pesantemente sulle sue deteriorate condizioni psichiche; ma continuò a vivere
isolata e dimenticata, anche da coloro che ne avevano osannato le qualità, sino al 15
settembre 2003.
Tuttavia non può essere dimenticato l’apporto culturale da lei dato alla Città di Palermo.
Nino Aquila

 

In: 'Archivio Biografico Comunale della Città di Palermo"

 

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