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PATERNOSTRO GULLO ELENA ( Palermo, 1911 – 1958 )
Un’ascendenza faniliare che godeva di grande notorietà ed apprezzamento in città, quella di
Elena Paternostro: celebre avvocato il padre Paolo, giurista di alto rango ed uomo politico
affermato il nonno Alessandro.
Ciò le consentì di vivere gli anni della prima giovinezza in un ambiente raffinato, soprattutto
culturalmente; un ambiente che risentiva anche degli avvenimenti che, negli anni a cavallo fra
Ottocento e Novecento, avevano fatto di Palermo una delle Capitali europee più raffinate e
privilegiate, grazie a quell’aura che i Florio avevano fatto spirare su di essa, circondandosi del
Gotha più esclusivo, ma anche di letterati ed artisti.
Era naturale che, sotto quegli stimoli la giovane donna volesse affermare la propria
personalità.
Nel 1930, a diciannove anni, riesce ad ottenere che la Casa Editrice Muicale Alfano pubblichi
una Serenata all’amore, delle cui parole e musica è autrice.
Nello stesso anno sposerà un giovane, brillante avvocato, Rocco Gullo, dal quale avrà due figli.
Le cure della famiglia non la distolgono dall’impegno culturale e nel 1933 pubblica la silloge di
poesie Ore di solitudine ( SIT-G.Mortilla Editore, Paleremo ), alla quale farà seguito una
seconda Cuore di una volta ( Priulla Ed., Palermo )
Seguirà, nel 1940, la raccolta di racconti Il dolce e l’amaro ( Licinio Cappelli Ed., Bologna ) con
una prefazione di Alfredo Baccelli.
Nell’immediato dopoguerra Pierluigi Ingrassia, direttore del quotidiano “L’Ora”, fonda la rivista
“Novella Settimanale” ed affida la rubrica “Silvia risponde” ad Elena Gullo Paternostro, fra le
prime in Italia ad avere rapporto epistolare con i lettori: La stessa rivista curerà le edizioni di
due racconti Anime in prigione ( Priulla Ed., Palermo ) e del romanzo Qualcuno dovrà udirti.
Rocco Gullo, suo marito, sarà il primo Sindaco della Città di Palermo, dopo l’arrivo delle Forze
Alleate in Sicilia, fra il 1944 ed il 1946, ed Elena sarà impegnata in compiti di rappresentatività
cittadina, ma non accantonerà mai la sua vena di scrittrice.
Negli anni Cinquanta il “Piccolo Teatro Città di Palermo” metterà in scena il dramma Scendevo i
gradini.
Fu merito di Elena Gullo Paternostro l’aver portato a Palermo, nel 1957, il Soroptimist
International Club, del quale divenne Presidente.
Nello stesso anno vince, con il racconto, Siamo soli, il Premio letterario intitolato a Federico De
Maria, importante personaggio della cultura e della letteratura palermitana, da poco
scomparso.
Dopo di allora la Paternostro continuerà a scrivere con una vena sempre più carica di
malinconia, forse premonitrice delle fine prematura, avvenuta improvvisamente il 10 agosto
1958..
Nino Aquila

 

In: 'Archivio Biografico Comunale della Città di Palermo"

 

 

Paternostro Gullo Elena 

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