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Angelina Lanza Damiani


Poetessa, nata il 13 febbraio 1879 e morta a Gibilmanna,(Pa), il 14 luglio 1936. Figlia
dell'architetto Giuseppe Damiani Almeyda e della poetessa Eleonora Mancinelli, sposò nel 1898
Domenico Lanza (1868 1940), dottore in legge ed in scienze naturali, libero docente di
botanica coloniale e conservatore all'Orto botanico. Provata da due grandissime sventure (la
morte delle figlie,Antonietta nel 1918 e Filippina nel 1922), trovò nella poesia e nella
meditazione religiosa la serenità e l'appagamento dello spirito. Studiò in maniera sistematica,
sotto la guida del suo direttore spirituale, padre Giuseppe Bozzetti, gli scritti filosofici di
Antonio Rosmini e fu ascritta all'Istituto di Carità, divenendo così terziaria rosminiana. Nel
1920 si professò terziaria francescana nel Terz'ordine della Gancia.
Nel 1932 organizzò il primo «cenacolo» rosminiano a Palermo con la collaborazione di
Giuseppe Amato Pojero, Giuseppe Maggiore, Giulio Bonafede, padre Egidio da Castelbuono e
altri. Le sue opere sono intrise di ascetismo e di misticismo.
Ricordiamo le più significative: Le rime dell'innocenza (Palermo, Reber, 1903); la raccolta di
liriche: La fonte di Mnemosine (Palermo, Sandron, 1912); il volumetto mistico: La completa
offerta di sé a Dio, (Domodossola, Sodalitas, 1933); il romanzo La casa sulla montagna,
apparso, a puntate, sulla rivista «Lumen» di Roma dall'aprile 1935 al giugno 1937, e poi
pubblicato postumo in volume, con prefazione di Emilio Bodrero (Domodossola, Sodalitas,
1941). Pure postume, nel 1955, furono pubblicate le sue Lettere dalle Edizioni Ald di Messina e
nel 1995 l'intero corpus delle Poesie per le Edizioni Spes-Thule. Nel corso del 2000 é stato
pubblicato nelle edizioni Spes della Fondazione Capograssi anche il Diario Spirituale, a cura di
Francesco Mercadante e Peppino Pellegrino.

 

 

 In: 'Archivio Biografico Comunale della Città di Palermo"

 

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