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Elvira Volpes

Non si hanno notizie biografiche di questa artista palermitana, si sa che è una pittrice «figlia
di un valente pittore», ma ancora non abbiamo documenti che accertano che il pittore si
possa identificare con Pietro Volpes, nato a Palermo nel 1830, allievo di Giuseppe Patania
(Palermo 20 gennaio 1780-23 febbraio 1852), uno dei maggiori pittori dell’Ottocento
palermitano, autore di numerosi ritratti oggi alla Biblioteca Comunale di Palermo, e di
moltissimi dipinti mitologici, molti dei quali conservati alla Galleria d’Arte Moderna
“Empedocle Restivo” di Palermo e di Andrea D’Antoni (Palermo, 1 dicembre 1811-24
dicembre 1868) di cui troviamo opere sempre alla Civica Galleria d’arte Moderna
“Empedocle Restivo”, alla Biblioteca Comunale, al Museo della Società Siciliana di Storia
Patria, a Petralia Sottana e a Piana degli Albanesi, e che, come ricorda Gaetano D’Antoni,
suo pronipote, «…fu legato di affetto alla sua Palermo, città natale, e partecipò con ardore
alla preparazione per la libertà d’Italia e ai moti rivoluzionari del ’48 e del ’60. L’amor patrio
ispirò gran parte delle sue opere di soggetto patriottico dantesco». Il Volpes fu maestro, a
sua volta, di Onofrio Tomaselli, (Bagheria 3 agosto 1866-Palermo 21 marzo 1956), autore
della famosa tela I carusi, oggi alla Civica Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo” di
Palermo, di Ettore De Maria Bergler (Napoli dicembre 1850-Palermo 18 febbario 1938),
pittore che orienta il corso della pittura palermitana verso l’arte liberty, famosissimo per i
ritratti dei Duchi di Madrid, dei Whitaker, dei Florio, per gli affreschi del Teatro Massimo, di
Villa Igiea a Palermo, e infine, di Ettore Ximenes, (Palermo 1855-Roma 1926), scultore le
cui opere sono caratterizzate dalla flessuosità di linee tipiche del Liberty.
Fu definito dal De Gubernatis «uno dei più illustri artisti che vanti Palermo» e l’uomo che
diede la «massima spinta al rinnovamento dell’arte moderna in Sicilia» (L’illustrazione
italiana»,31/8/1890).
L’unica fonte sicura dell’attività della Volpes è una citazione sul periodico d’arte e di
letteratura «Psiche» dove viene menzionata per avere esposto alla Promotrice di Belle Arti
del 1886 («Psiche», 20 giugno 1886).
La scoperta di una pittrice come la Volpes, anche se quasi niente si sa della sua vita, è stata
una piacevole sorpresa.
La sua produzione artistica abbraccia vari generi e prende spunto da diversi soggetti.
Un bell’esempio di pittura di paesaggio è rappresentato dall’olio su tela intitolato Veduta
della costa palermitana con Montepellegrino del 1905, conservato in un Archivio privato di
Palermo. Ancora una volta ritorna il soggetto caro a tutti i paesaggisti palermitani:
Montepellegrino che diviene quasi un elemento di riconoscimento della città dai dipinti di
Lojacono a quelli del Mirabella. Moltissime sono, infatti, le opere con la veduta del
promontorio da diversi punti di osservazione; la Volpes lo raffigura sullo sfondo del quadro,
in primo piano vi sono degli scogli e un pescatore che sembra però fare solo da contorno al
paesaggio che è il vero protagonista della tela.
Un’altra opera significativa è una Madonna con il Bambino, sempre olio su tela, firmata ma
non datata, di una collezione privata di Palermo. Dopo la proclamazione del dogma
dell’Immacolata Concezione da parte di Pio IX, l’8 dicembre del 1854, si assiste, anche nelle
arti figurative, ad un ritorno alla rappresentazione di temi religiosi. In questo caso c’è anche
un ritorno alla lucentezza e alla sacralità dell’oro che ricorda le icone bizantine, così come la
lavorazione a mosaico del trono. Dolcissimo è poi l’abbraccio tra la Madre e il Figlio, intriso
di un’umanità intensa e marcata, che emana una tenerezza che sembra essere rubata ad un
momento di vita quotidiana di una famiglia “normale” e che ricorda la tipologia bizantina
della Madonna Eleousa ossia affettuosa.
Di genere completamente diverso è il Ritratto di donna con pelliccia, olio su tavola del 1916,
sempre di una collezione privata di Palermo. Il soggetto è una dama della ricca società
borghese in abito rosso e stola di pelliccia, che con leziosa eleganza si tocca i capelli di un
biondo caldo che lascia scivolare la luce. La Volpes si rifà, probabilmente, alla grazia e
all’eleganza tipiche espressioni del mondo della Bélle Epoque, a cui si accostano famosi
pittori, da Lino Selvatico (Padova 1872-Biancade di Roncade, Treviso, 1924), autore di un
Ritratto di Signora (1912) a Giovanni Boldini (Ferrara 1842-Parigi 1931), autore della
Femme aux gants, entrambi alla Civica Galleria d’Arte moderna “Empedocle Restivo” di
Palermo.
Nella prima tela la protagonista è un’elegante dama, altera nel suo abito nero appena
illuminato dal candore dell’ampio jabon e della camicia che sottolinea la raffinatezza dei
tratti somatici e l’atteggiamento fiero e sprezzante del volto, incorniciato da un ampio
cappello, rovesciato su un lato, secondo la moda dell’epoca. Nella seconda tela vi è la briosa
descrizione di una donna colta nell’atto di roteare i guanti, il dipinto si accosta alla positiva
visione del mondo che la società europea a ridosso dei primi del secolo sembrava
prediligere.

 

Marina La Barbera

 In: 'Archivio Biografico Comunale della Città di Palermo"

 

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